E qui che vivo

Come è andata ? Ma dai ! Lei non ha nessun interesse verso di me. Le cose non sono andate come avevo previsto: accettare il fatto non è facile, ma facile non rientra nella vita degli adulti. Mi prendo questo disastro con filosofia …

E qui che vivo: dietro l’uomo che vorrei essere, bene, ma davanti all’uomo che non sono. Hello Zeno …

Citazione, ovviamente modificata al mio caso, del finale del film “The Weather Man“.

“Ricordo che una volta mi immaginavo come sarebbe stata la mia vita, come sarei stato io. Mi raffiguravo di avere tante qualità, qualità forti, positive, che la gente avrebbe potuto captare dall’altro lato della stanza. Ma col passare del tempo, erano poche le qualità che in effetti avevo; e tutte le possibilità che mi si presentavano, e tutte le varie persone che potevo diventare, tutte si sono ridotte, ogni anno, a sempre meno, sempre meno, finché alla fine sono diventate una: quello che sono”

La parte più dura

In questa sede darò libero sfogo alle mie parole, mi scuso anticipatamente per lo stile poco consono ad un post di pubblico dominio. Mi scuso anche per eventuali errori …

Ma tu guarda se uno deve alzarsi alle 6:15 del mattino con un dolore insopportabile allo stomaco, fare colazione in 5 minuti con te caldo (ormai freddo stinco) e yogurt alla pesca che scopri essere scaduto da 7 giorni, vestirsi in 30 nanosecondi e uscire per prendere il treno pieno e zeppo di gente (dove stai in piedi per circa 56 minuti in una carrozza con una densità di 5 persone in un metro). L’ennesima giornata universitaria in cui non capisci quasi nulla di quello che spiegano (come al solito) e dopo 2 ore di esercitazione di meccanica razionale (alla fine sei cotto e ricotto) compi una maratona per prendere in tempo il treno. Sei vicino alla stazione e senti il terribile annuncio: ” Treno per Bergamo in arrivo sul binario 4″. Allora scatti come in una corsa olimpionica per riuscire a prenderlo, sali le scale in fretta e furia (e si apre anche la cartella facendo cadere qualche quaderno) quando all’improvviso:

“Ma è Lei !”

Mi si alza la glicemia, non riesco più a pensare a qualcosa di sensato, balbetto, non so se buttarmi sui binari per finire il supplizio o farmi un’operazione chirurgica con la penna per modificare le mie fattezze, non facendo riconoscere.

Ma tu guarda se uno deve buttare cosi le poche opportunità concesse nel fare con lei una conversazione oltre il “Ciao” …

Ma cosa posso farci ! I mie due fidi consiglieri a cui ho chiesto consiglio in questa travagliata faccenda mi hanno persuaso a lasciar perdere, io quando la vedo ho vari attacchi di panico … Insomma dovrei sedermi con lei nel treno e avviare una conversazione al limite tra il ridicolo e l’imbarazzante (per me !). Dovrei essere brillante senza apparire snob, dovrei essere colto senza apparire secchione, dovrei essere maturo senza apparire vecchio, dovrei essere simpatico senza apparire un buffone, dovrei essere un sognatore senza apparire un bambino. E già che ci siamo dovrei risanare il debito pubblico mentre preparo il caffè alla mattina !

Il tutto per un clamoroso due di picche, del tipo: “Sei al 3 453 posto nei ragazzi che vorrei sposare, forse puoi scalare fino al 3 345 posto ! Non sei contento ?!?”

E adesso è mio dovere fare delle serie conclusioni.

Potevo contattarla quando le ho scritto, ma non l’ho fatto perchè dissi anche che non avevo doppi fini. Per me era come una promessa che dovevo mantenere a ogni costo, era la mia parola. Sarebbe stato bello chiudere la faccenda a Luglio in pochi giorni, ricevendo il consueto due di picche per poi cadere nella consueta depressione. Con buona probabilità non gli interesso, speravo che fosse lei a farsi viva ma ciò non è avvenuto (di solito è il maschietto che deve farsi avanti …).
Non so quello che lei ha provato nel leggere il post: se ha riso, se ha pianto o se semplicemente è rimasta indifferente. Quella volta ho provato quelle sensazioni e ho voluto scriverle, tutto qui. I miei progetti sono stati spazzati via dal vento, d’altronde erano solo dei pezzi di carta destinati a volare via lontano dalla realtà.

Vorrei avere il coraggio di parlargli, almeno per spiegarle i motivi per cui ho scritto quel post. Vorrei conoscerla, per sapere se sarebbe potuta essere la ragazza ideale. Vorrei che lei mi conoscesse, conoscesse quello che provo e quello che ho provato. Non miserabili impulsi elettrici dietro uno schermo, ma parole pronunciate con un filo di voce e taglienti come lame. Vorrei …

Voglio che mi guardi negli occhi, mentre pronuncia le sue crudeli parole. Voglio sentire il “No” riecheggiare nelle mie orecchie, voglio affondare per non diventare ridicolo e patetico, voglio vivere il giorno in cui mi renderò conto di essere un bambino che deve ancora crescere.

La parte più dura è quando aspetti il dolore nel silenzio della tua camera, guardandoti allo specchio e realizzando quanto sei ridicolo …

“Everything I know is wrong
Everything I do it just comes undone
Everything is torn apart
Oh and that’s the hardest part
That’s the hardest part
Yeah that’s the hardest part
That’s the hardest part”

“Tutto quello che so è sbagliato
Tutto quello che faccio viene rovinato
E tutto è straziato
Oh e questa è la parte più difficile
Questa è la parte più difficile
Sì questa è la parte più difficile
Questa è la parte più difficile”

Coldplay: “The Hardest Part” (2005)

Una piccola vittoria

Passato l’ultimo esame di quest’anno. Siamo ancora lontani nell’essere in regola con il piano di studi, ma per una sera posso accontentarmi. Adesso zaino in spalla che ricomincia la scuola, il treno, la levataccia delle 6:15 e il pessimo caffè alle macchinette del politecnico. Schiena curva sui libri, battute penose tra compagni e pause pranzo da venti minuti.

E soprattutto una buona dose di umiltà e pazienza per gli anni a venire …

“By my side let’s go for a long ride
In my car I’ll drive you to my star
Out in space won’t matter
Where we are
Hey Hey yeah

A celebration
About time
A generation out of line yeah
The revolution’s in everyone”

“Al mio fianco, andiamo per un lungo viaggio
Nella mia auto ti guiderò verso la mia stella
Fuori nello spazio, non importa dove siamo
Hey Hey yeah

Una festa
Sul tempo
Una generazione fuori dalle righe yeah
La rivoluzione é in ognuno di noi”

Unwritten Law: “Celebration Song” (2004)

Il Buffone

Il buffone guarda la vita scorrere davanti alla propria finestra, il buffone si nasconde dietro le tende per non farsi vedere. Il buffone muore nelle sue convinzioni: sbagliate o giuste che siano. Il buffone è diverso: si pone domande che la gente nemmeno riuscirebbe a immaginare. Il buffone è diverso: in ogni circostanza farà sempre l’opposto di ciò che farebbe la folla.

Il buffone si alza la mattina con la voglia di fare qualcosa di straordinario, il buffone si addormenta la sera con la frustrazione di aver non aver fatto nulla di straordinario. Il buffone è fantasioso, la sua mente viaggia per chissà quali pianeti e galassie. Il buffone è anche un grande stronzo, esiste solo ciò che gli interessa e il resto è noia. Il buffone si erge a giudice, avvocato, storico, matematico, biologo, medico, scienziato, sociologo, critico, politico e letterato. il buffone vuole che gli altri parlino di lui, vuole che le sue gesta si tramandino di bocca in bocca. Il buffone vuole essere il migliore, neanche lui sa in cosa. In tutto, forse.

Il buffone vuole avere la ragione sempre; il buffone ha sempre ragione. Il buffone si crogiola nella propria tristezza e ne trae la forza di continuare a fare il buffone. Il buffone vive di quei miseri istanti in cui la gente si rende conta che è un buffone. Il buffone vuole solo essere ricordato; il buffone non verrà ricordato. Il buffone ama la parola “buffone”, scriverebbe pagine e pagine con questa magnifica parola. Il buffone ama guardare con disprezzo gli altri dal suo balcone, vaneggiandosi ed elogiandosi come un semidio.

Il buffone è un buffone, il buffone rimarrà buffone. A costante giudizio della gente, schiavo di ciò che si vocifera sul suo conto.

Il buffone lo tratti con disprezzo, il buffone deve essere trattato come un buffone. Tu hai scelto di vivere alla luce del sole, il buffone ha scelto di vivere nella tua ombra. Il buffone ricambia al tuo odio, pianifica vendette come un bambino pianifica la sua festa di compleanno.

Il buffone è il secondo lavoro più antico della storia, il buffone è il lavoro che al genere umano riesce meglio.

Edit delle 22:30: poteva uscire molto meglio … Peccato !

Questo esame non s’ha da fare

L’epopea infinita di un esame da 8 miseri CFU:

Il giorno 2 Agosto mi auto-congedo dal prof con un appuntamento a Settembre, mese in cui avrei risostenuto la prova. A dire il vero ero parecchio ignorantuccio sulla materia, la cosa più corretta da fare era ripresentarmi dopo un mesetto (e dopo aver studiato seriamente).

Il giorno 31 Agosto mi riscrivo all’appello, chiedendo di sostenere l’esame il giorno 27 Settembre.

Il giorno 17 Settembre mi arriva la comunicazione che il giorno 27 è troppo “intasato” da altri studenti e sono disponibili altri giorni della settimana successiva. Chiedo, allora, il colloquio per il giorno 3 Ottobre.

Il giorno 25 Settembre mi arriva la comunicazione che il giorno 3 non è disponibile a causa di un impegno improvviso del docente. Chiedo, dunque, di sostenere l’orale il giorno 4 Ottobre.

Il giorno 30 Settembre mi arriva la comunicazione che il prof è scomparso. Chiedo , ergo, di sostenere l’esame con l’altro docente della stessa materia, il quale mi conferma l’esame per il giorno 4.

Il giorno 2 Ottobre mi arriva la comunicazione che il giorno 4 Ottobre non è disponibile a causa di un impegno improvviso del docente. Chiedo, pertanto, di spostare l’esame al giorno 9 ottobre.

Il giorno 2 Ottobre mi arriva la comunicazione che il giorno 9 Ottobre potrebbe non essere disponibile, perciò l’esame si dovrà sostenere un giorno da definire entro settimana prossima.

Il giorno 4 Ottobre un certo John Titor mi ha inviato un mail con la quale afferma che il questo esame lo sosterrò il giorno Giovedi 5 Ottobre 2017, quando mancheranno due esami alla laurea …

“Oh no, what’s this?
A spiderweb, and I’m caught in the middle
So I turn to run
The thought of all the stupid things I’d done”

“Oh no, cos’è questa?
Una ragnatela e io sono ci sono finito dentro
Allora io mi giro per scappare
Al pensiero di tutte le cose stupide che avrei fatto”

Coldplay: “Trouble” (2000)